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BLOG
Il Blog di TantraLight
Qui trovi articoli interessanti scritti dagli autori del sito web TantraLight. Leggerli può essere utile, quando non illuminante!


Cos'è il Tantra?
Tantra si, Tantra no! Il paese del Tantra!!
Molte persone mi fanno questa domanda, spesso confusi dalle mille proposte più disparate che gli si presentano davanti. E io gli dico: Il Tantra è l'esperienza al di là dei concetti. E' sinonimo di vita, quando le permetti di essere totalmente vitale dentro di te. Solo quando ogni cellula del tuo corpo si lascia attraversare totalmente dall'energia che c'è in questo esatto momento, senza essere interrotta dai pensieri, sei nel Tantra. Se hai letto molti libri o molti siti web sul tema, ti consiglio, prima di fare un esperienza nel tantra, di buttarli nell'immondizia: saranno solo di ostacolo. Se conosci molti aforismi e molti testi sacri a memoria, sei arrivato all'impasse; sei caduto in una trappola dell'ego. Sei diventato colto, ma non tantrico. Lasciati essere totale osservatore dei tuoi processi, al di la di come altri hanno descritto i loro, e ti avvicinerai alla conoscenza. Quando conosci in via diretta te stesso, ti avvicini alla purezza della vita e l'essere tantrico accade. E quando smetterai di pensare e di parlare, quello è l'attimo in cui puoi iniziare ad insegnare. Non prima. Saresti falso, non potresti essere autentico. Puoi trasmettere l'insegnamento solo nel silenzio della mente e delle parole. In quell'attimo di unione silente c'è tutto l'insegnamento che puoi dare; l'insegnamento accade in quell'attimo di vuoto, in quel momento sacro dell'esistenza. Davide Quaranta. Cos'é il Tantra?
Espandere la coscienza è dunque un modo di andare oltre, che caratterizza le esperienze umane nel Tantra. Si tratta cioè di diventare consapevoli dello stato di “overmind” come André Van Lisebeth nel suo Libro “Tantra – l’altro sguardo sulla vita e sul sesso”, afferma essere una definizione essenziale per comprendere il Tantra. Si tratta di acquisire la consapevolezza di essere parte di una “sovra coscienza collettiva”, percependola nel corpo e nella psiche, che sono a loro volta pervase da un’energia che è contenuta intrinsecamente nella materia; non solo all’interno del singolo individuo umano quindi, ma in ogni cellula e molecola dell’esistente. “Tutto quello che è qui è altrove e tutto quello che non è qui non è da nessuna parte” recita una frase tratta dal Vishvasàra Tantra e che, a ben vedere, esprime più di quanto non si possa pensare, la vera essenza del Tantra. Uno stato dell’esistente consapevole di tutto l’esistente. Vertiginoso, ma al tempo stesso entusiasmante. Il Tantra non è una filosofia, non è una religione e nemmeno una disciplina. Il Tantra è una via, da percorrere utilizzando una o più tecniche. Così facendo il viaggio della vita diventerà evolutivo ed esperienziale, arricchente e costruttivo. Porterà il proprio essere a eliminare le barriere che lo dividono dal ritornare ad essere integro e connesso all’esistente. E di più, ad unire due generi per diventare l’esperienza dell’unità: quella che molti mistici definiscono trascendenza, altri estasi, altri divino, altri sovrannaturale.
Significato. Alla parola Tantra vengono dati molti significati, ma il senso più profondo, quello che intendono i praticanti di oggi, come molto probabilmente quelli degli scorsi millenni, è “espansione della coscienza”, da Tan “espandere” e Tra “essenza”, qui nel senso di “coscienza, vero sé, oltre l’umano”. Il Tantra è dunque un processo in divenire che segue il continuum dell’esistenza, portando la persona ad esistere penetrando sia la dimensione temporale che quella della profondità della materia; avendone infine pura coscienza ed estrema consapevolezza. Può produrre dunque un vero “risveglio”, liberandoci dalla stretta dell’ego, delle credenze, delle convinzioni, dei falsi miti, dell’ignoranza del nozionismo. Connettendoci profondamente con l‘energia che permea la natura, esso ci rende più vitali ed in sintonia con la realtà delle cose, guarendo i conflitti e le fratture, che una mente posseduta da ego e convenzioni, produce tra corpo e mente, tra essere e pensare. La vita, la coscienza, la mente, sono, secondo il Tantra aspetti diversi della medesima energia cosmica, più o meno sottili, ma tutti altrettanto concreti e materiali. Il Tantra infatti non invoca l’intervento di qualsivoglia principio trascendente. Se ognuno di noi contiene già la trascendenza, in quanto esiste nel creato e noi ne siamo parte, l’unico passo necessario è di rimuovere l’immondizia che ostacola la nostra possibilità di riconoscerlo. Il primo passo è dunque demolire gli schemi e le strutture, le corazze e gli obblighi che ci impediscono di riconosce la nostra vera natura: chi siamo veramente.
Pratica. Chi pratica Tantra inizia quindi a inserire nella propria vita esercizi, meditazioni e pratiche che, strato dopo strato, ripuliscono l’essere profondo da ciò che lo soffoca e gli impedisce di essere vitale al suo massimo. Man mano che si fa pulizia, gli schemi rigidi, le maschere, le corazze si assottigliano e la vitalità cresce. Quando l’accesso all’energia sessuale, rimossi gli ostacoli, diventa diretto, essa si fa dirompente e pervade il nostro essere. L’energia sessuale è quella più forte di cui disponiamo ed ha molte funzioni essenziali ed insostituibili: mantiene la salute, guarisce, nutre, libera, sostiene, ci conduce in altri stati di percezione. Nel tantra autentico è considerata la potenza creatrice universale, esplosione vitale suprema, dalla quale sorge l’universo manifesto. L’energia sessuale trova il suo massimo splendore in quello che è, simbolicamente e concretamente, il rito del Maithuna, vissuto sia dalla coppia, che da un gruppo di coppie, in quello che nella tradizione viene definita la Chakra pùjà, “l’ascesa a 16”. Un gruppo cioè costituito da 8 coppie, dove gli Shiva e le Shakti si uniscono sessualmente dopo essersi scelti a sorte. Il rituale contiene le cinque M: Madya (Vino), Màmsa (Carne), Matsya (Pesce), Mudra (Cereali) e Maithuna (Unione divina) ed è praticato ancora oggi. Il rituale del Maihtuna però non è aperto a chiunque. E’ necessaria una sufficiente quantità e qualità di pratica, atta a renderlo possibile, sia dal punto di vista spirituale che fisico. Il 95% delle pratiche del Tantra sono infatti meditazioni, esercizi, lavoro sul respiro, sul corpo e sulla mente, che servono appunto a ripulire l’intero sistema corpo-mente, affinché possa affiorare lo spirito, il vero sé, che attraverso la spinta della potente energia sessuale, cioè l’energia della vita, eleva l’essere a esperienze supreme e divine; questo fa vivere al praticante uno stato di unione e identificazione con il flusso permanente della forza creatrice della natura, definita appunto come divina. Sono spesso necessari lunghi anni di sana pratica, ma il risultato è davvero stupefacente e rende sublime la qualità della vita.
Cenni Storici. Il Tantra è una pratica esperienziale ed empirica, che risale a culture indo-alpino-mediterranee vissute tra i 4000 e i 7000 anni fa. Al tempo probabilmente si identificava nella cultura sociale stessa e veniva vissuta e applicata dalla popolazione a rituali, pratiche e relazioni sociali. I rinvenimenti archeologici hanno evidenziato come alcune città fossero dei grandi centri abitati: in particolare Harappa e Mohenjo-Daro, Lothal e Merhgarth, che si trovano dislocate in un ampio territorio tra l’India nord-occidentale e l’attuale Pakistan, e addirittura la parte sud-occidentale dell’Afganistan. Questa società si è poi diffusa a tutto il bacino alpino mediterraneo, tra il 7000 e il 2000 avanti Cristo, prima di essere distrutta dalle orde barbariche degli Ariani, a partire dal 3000 A.C.. Nel Kashmir indiano troviamo ancora oggi pratiche che sono state tramandate dal tantrismo originario. Paradossalmente il territorio che ha visto la culla della più fiorente e aperta società matriarcale e libera, è ora l’oblio di qualsiasi libertà ed è diventato la culla del fondamentalismo islamico. Forse sono i corsi e ricorsi storici sul lungo periodo dei millenni, ma tant’è. I ritrovamenti archeologici ci aiutano ad immaginare una passeggiata, vestiti alla moda dell’epoca, nella città di Lothal, porto internazionale dai grandi commerci con altre città lontane; le strade, grandi e piccole, sono pulitissime, dotate di fogne interrate che scaricano, di collettore in collettore che si ingrandisce sino a 1metro e venti di larghezza, in una vasca chiusa (una preistorica fossa biologica!). Igiene e pulizia, nessun odore. Tutte le case hanno un piano con un balcone ed il loro tetto piatto funge da terrazzo, dove prendere il fresco la sera. Gli uomini che incontriamo portano semplicemente una tunica in cotone mentre le donne una minigonna (meno male che sarebbe stata inventata solo negli anni 60!) che s’arresta a mezza coscia e hanno i seni scoperti. Indossano però molte collane, pendenti, gioielli, usati a mo’ di vestito, bracciali e fermagli per i capelli e una larga cintura lavorata con pietre. La loro pettinatura è curata: usano, cosi come a Mohenjo-Daro, degli specchi in rame lucido. Utilizzano del rosso per le labbra e collane d’avorio e oro. Gli archeologi hanno rinvenuto in una cassa, in un solo ritrovamento, un vero tesoro sotto forma di gioielli in oro e monili preziosi. Incontriamo per strada anche dei forestieri: sono mercanti che provengono dalle aree con cui vi sono commerci: Mesopotamia, Siria, Cipro, Egitto, Sumer. Essi vengono a comprare le mercanzie negli ampi locali in mattoni cotti. La città ha un urbanesimo preciso: è divisa in quartieri sovrastati dall’acropoli, con case grandi e belle, quanto quelle di Harappa e Mohenjo-Daro. Visitando anche queste due città situate proprio al centro della Valle dell’Indo, ci colpirebbe il più diffuso mezzo di trasporto dell’epoca: un carro da buoi, costruito interamente con un solo pezzo di metallo e con ruote in legno, massicce e senza raggi, fissate all’asse con cinghie di cuoio. Gli archeologi ne hanno rinvenute centinaia di riproduzioni, anche sotto forma di giocattoli in terracotta. Costeggiando l’Indo notiamo il grano tardivo che sta maturando nell’immensa pianura, mentre i carri trasportano le balle di grano già raccolto, della varietà precoce, coltivata dagli Harappei. Entrando in un villaggio notiamo un cerchio di alcuni bufali, che guidati da un ragazzino schiacciano il grano, che viene poi raccolto da alcune donne. Di razza dravidica, esse hanno capelli lisci e scuri, sono piccole e hanno carnagione molto scura. Sono vestite con leggeri e trasparenti panni in cotone. Finalmente giungiamo a Mohenjo-Daro: la via principale è larga 10 metri e non è lastricata, il passaggio di decine di carri, buoi e bufali alza una polvere sottile e penetrante; tutte le case danno la schiena alla via principale per questo motivo. Entriamo in una viuzza laterale e entriamo in una casa tipica. E’ separata dalla strada con un muro che ne protegge l’intimità. Un corridoio conduce ad un piccolo cortile dotato di un patio, dal quale si dipartono le varie stanze della casa. Al centro c’è un pozzo. Ogni casa ha un sala d’acqua. Uno strumento a corde è posto su una sedia. In una nicchia un busto in terracotta. Le arti sono presenti in ogni luogo, musica, scultura, teatro, cultura. A dimostrazione che il razzismo è sconosciuto i ritrovamenti nelle tombe di corpi di diverse razze seppelliti assieme: i matrimoni misti erano abituali. Nemmeno le caste sociali esistevano: case di ricchi mercanti erano adiacenti a quelle di poveri, senza un ordine gerarchico di importanza. Notiamo la totale assenza di edifici religiosi di qualsivoglia foggia e misura. Non c’era un re-dio (come il faraone) né un Grande-sacerdote. Si percepisce che le donne, di qualsiasi razza, sono libere e aperte, guidano le scelte sociali e politiche, trasmettendo l’originale culto della dea-madre, dell’adorazione del lingam, dei serpenti e dell’unione dei prìncipi maschile e femminile, di Shakty e Shiva. La costruzione più grande di questa città fu un grande bacino, sull’acropoli, delle dimensioni di un moderno albergo termale, dove i cittadini dell’epoca potevano godersi il fresco, il bagno e il panorama. In luogo di costruire monumenti impressionanti, tutto era fatto in vista di una vita felice, pacifica e confortevole, in una società, se non egualitaria, almeno senza sproporzioni esagerate tra le classi: niente ville sontuose da un lato e tuguri dall’altro. Di certo per essere una società preistorica, ce ne sarebbe da imparare!
Come fare a capire se la proposta Tantrica di un sito web si avvicina o no a qualcosa di vero? Ecco alcuni consigli pratici per imparare a scegliere nel "misterioso" mondo del TANTRA on line. Nell'offerta di Tantra in Italia c’è una varietà infinita di proposte. Dobbiamo quindi cercare di utilizzare pochi, ma sicuri parametri di valutazione preventiva, in modo da non incappare in qualcosa che sia meramente uno sfilare soldoni dalle nostre tasche! Nel Tantra la libera interpretazione del metodo, delle pratiche e della modalità empirica e di approccio è totalmente e giustamente libera. Quindi non può essere una valutazione sul metodo a farci capire se una proposta è buona o farlocca. Non trattandosi di una disciplina o di una filosofia non può essere trasmesso con un solo metodo strutturato e ripetibile, uguale per tutti; quindi il fatto che ogni insegnante usi un metodo diverso è naturale per il Tantra! Dobbiamo perciò affinare la capacità di comprendere se nella proposta che stiamo leggendo su internet ci sono le premesse che lascino presagire il possesso della caratteristica fondamentale di chi insegna Tantra: l’autenticità. Viste le migliaia di proposte sul web è quindi utile uno strumento di scrematura preventiva, per ritrovarsi a scegliere su una più piccola rosa di candidati che abbiano le giuste caratteristiche. Per fornire un valido strumento possiamo andare per esclusione, indicando cioè, al di là del libero metodo, quelle che sono le caratteristiche che ci indicano di sicuro chi non ne sa nulla di Tantra e fa quindi il venditore di fumo, il fintone, il mago apprendista, oppure il tuttologo teorico.
Ecco alcuni consigli, per una buona valutazione preventiva:
- non fatevi impressionare dal sito web: non è la dimensione, la bellezza estetica, la grafica, le foto, le citazioni colte, a darci la chiave di valutazione: il Tantra è essenza e completezza, non esibizione di migliaia di inutili foto, o una raccolta di miglia di testi teorici.
- non fatevi impressionale dal galleggiamento su Google. Il SEO di un sito può essere affidato a tecnici bravi che lo fanno galleggiare bene o addirittura può essere comprato; questo non significa automaticamente che i titolari del sito siano veramente dei Tantrici.
- non fatevi impressionare dai commenti della clientela, che vengono postati sul sito web, almeno per due motivi: sappiamo per certo che ci sono persone oneste che postano dei commenti reali, ma anche che si può inventare qualsiasi cosa. Quindi non può essere un dato di valutazione oggettiva.
- siti web di scuole, centri o insegnanti dove non compare la foto del viso di chi opera sono da evitare a priori. Regola numero uno: una guida tantrica non può avere nulla da nascondere, ne vergognarsi di quel che fa, altrimenti è già chiaro che è egli stesso nel giudizio, nella paura, nel vincolo, nel condizionamento. E chi è ancora preda di queste emozioni non può insegnarvi come uscirne! Molto più spesso non può insegnarvi nulla. Anche nel caso del massaggio, l’esperienza sarà lontana dalla luce e dalla trasparenza che caratterizza un massaggio nel Tantra, ma piuttosto sarà torbida e tensiva; un ambiente dove c’è qualcosa da nascondere è lontano dalle luce: insomma da evitare!
- se nel sito ci sono quasi esclusivamente citazioni colte, testi sacri, testi di altri, copia incolla, aforismi e parole che mai o raramente sono scritte di pugno dagli autori significa che non hanno conoscenza diretta del Tantra. Diciamo più delle Perpetue che chiaccherano di Tantra prendendo il tè delle cinque ogni giorno. Una persona che si è immersa nel Tantra usa sempre parole sue, originali, perché non potrebbe essere altrimenti; parole sentite, proprio perché vere per lui; ognuno vive il Tantra in modo unico e diverso da ogni altro individuo; ed è proprio questo che rende i maestri Tantrici così originali: perché non sono fotocopie di nessuno e il loro linguaggio non prevede copia-incolla. Attenti quindi ai contenuti testuali: se sono cospicui e completi è un punto a favore, ma attenzione che non si tratti di copia incolla; abbiamo esempi di siti web che sono al 90% scritti da altri! Valutate in percentuale quante sono cose scritte da altri e quanto ne hanno scritte gli autori: se più del 30% è di altri è da evitare!
- Se propongono corsi di Tantra il cui contenuto teorico, spiegazioni verbali, citazioni, nozioni, giochi (e magari una bella tombola tantrica!) supera il 20% del tempo, vi stanno proponendo un intrattenimento di tipo conviviale; in due parole vi stanno sfilando i soldi di tasca proponendovi un week-end fuoriporta, facendolo passare per Tantra. Il Tantra infatti è conoscenza; e la conoscenza si basa su esperienze fisiche soggettive, ricondotte dal gruppo alla connessione della coscienza collettiva.
- Se vengono proposti Riti o Rituali in un modo sistematico o istituzionalizzato, o come un qualcosa che si può apprendere in un corso ad ore, è da evitare! La ritualità vera è lontanissima dalla forma mentis occidentale ed è comunque un prodotto volto a nutrire l’ego, a meno che non si sia già molto vicini alla saggezza o all’illuminazione; quindi il vero scopo è quello di dare un tono a qualcosa di fasullo, di vuoto, per “tonificarlo” un po’ agli occhi del cliente credulone.
- Ovviamente foto dove l’insegnante di Tantra indossa veli trasparenti, reggicalze o perizoma nero, alzano il livello di sospetto sul fatto che non si tratti proprio di un insegnante di Tantra. Idem dicasi per gli uomini, dove petti palestrati, addominali scolpiti, occhi verdi o azzurri (corretti con photoshop), fanno facilmente intuire che non si tratta esattamente di un Tantrico.
- Se propongono pratiche contro natura, come la ritenzione del seme (Taoista), la castità, la disciplina ferrea, un Tantra senza l’unione del maschile con il femminile o altre amenità del genere, meglio valutarli con seria cautela. Tali pratiche sono riconducili a Monaci ed asceti, che le includono in un percorso spirituale che dura una vita e del quale se ne occupano quotidianamente per la totalità del loro tempo. Prescriverle a persone comuni è controproducente e pericoloso. Soprattutto alle coppie. Evitate!
- Infine, ma non meno importante, sappiate che al momento in Italia non vi sono insegnanti di Tantra “illuminati”, ma ve ne sono diversi che sono bravi, saggi e autentici. Profondi e dotati di conoscenza. Scegliete questi e potrete scoprire che magari il Tantra non fa per voi, ma almeno sarà una scoperta vera. Oppure potreste scoprire che è proprio la vostra via di crescita spirituale e che vi condurrà al centro di voi stessi. Una buona scelta, di certo, vi eviterà di essere truffati. Buon Tantra!
(Articolo di Davide Quaranta – puoi condividerlo o diffonderlo citando la fonte).


Attenzione alle pratiche con riti e rituali
Quando un massaggio è naturale?
Siano religiose o atee, siano massaggi o meditazioni. Dietro si celano finti Guru. Vediamo perché. Il rituale è l’espressione dell’ego del supposto guru in quanto è una pratica che proietta all’esterno, istituzionalizza e processa un modo di essere e sentire personale e che nell’immaginario collettivo si “aggancia” alla sua immagine e alla sua reputazione. Vale per gli odierni Guru, cosi come per quelli del passato. E’ per questo che spesso si usano abiti o accessori di vestizione molto particolari, o luoghi, che sollecitano molto l’aspetto estetico ed esteriore; questo gratifica l’ego e sollecita la mente a produrre pensieri che sono immaginifici e che nel giudizio mentale acquisiscono un valore di superiorità, rispetto agli altri. L’effetto è di dare in pasto all’ego, sempre nuovo cibo per nutrirsi e sviluppare una auto-immagine estetica di maggiore bellezza e importanza. Inoltre il rito ha la funzione di ordinare gli eventi a piacimento del predicatore in modo che si possa controllare gli allievi o adepti. E’ cosi possibile gestire anche tutte le fasi di un esperienza meditativa collettiva o individuale, secondo canoni e procedure imposte e prestabilite. Il finto Guru si addobba come un albero di natale di accessori di pregio e abiti che, anche se semplici, evocano, nei pensieri, luoghi, reali o immaginari, in qualche modo fantastici ai nostri occhi. “A questo proposito dobbiamo inoltre specificare che la vista è il più intellettuale tra gli organi di senso” (cit. Michel Odent – Le funzioni degli orgasmi – Terra Nuova Edizioni 2009). Il Rituale quindi assolve una funzione sensoriale che stimola direttamente e quasi esclusivamente la neocorteccia, non interessando quasi per nulla le funzioni profonde del corpo e dell’anima. D’altro canto il rituale è molto simile ad una rappresentazione spettacolarizzata, a volte con tanto di pubblico che guarda o altre volte con gente che fa finta di partecipare ma è li per guardare. Un guru non sopraffatto dal suo ego, invece, durante meditazioni o pratiche meditative, al massimo è vestito di luce; se notiamo molte rappresentazioni di Budda seduto in meditazione egli è nudo. Infatti gli abiti non solo creano una barriera fisica con il resto dell’esistente, e quindi sottolineano l’individualismo, ma sono anche un messaggio. Infatti simbolicamente ciò che ci comunicano i veri mistici, attraverso la nudità in meditazione, è l’abbandono dell’attaccamento ai beni e alle ricchezze materiali. Nel tantra a maggior ragione, tutte le sovrastrutture vengono sbriciolate, da un vero maestro, in primis in se stesso e dopo, mostrando la strada ai propri allievi. Quella del Rito o Rituale è quindi una delle sovrastrutture che alimentano l’ego, più difficile da sgretolare. E’ molto verosimile che in realtà, molti falsi Guru, usino invece proprio la ritualizzazione per darsi più importanza e per costruire una impalcatura estetica che gli dia credibilità verso i propri allievi-clienti, identificandosi a tal punto dal pensare di essere l’impalcatura stessa; la quale diventa presto uno scafandro, che si sono minuziosamente costruiti per apparire ciò che non sono e soprattutto per credere e far credere qualcosa agli altri, che non ha nulla a che vedere con la realtà. E soprattutto per nascondere alla visibilità altrui il grosso e grasso ego che non riescono a riportare in un equilibrio stabile nel tempo. Cadendo nella trappola che a questo punto si intuisce facilmente: faccio rituali per far vedere che sono speciale, equilibrato, sano e facendoli continuo a dar da mangiare al mio ego, che cresce sempre di più. E più cresce è più devo far Riti per contenerlo e vestirmi di abiti e accessori per nasconderlo alla vista degli altri, in un circolo vizioso senza fine. Alla quale crescita abnorme dell’ego, darà anche un contributo il fatto che così facendo sarò seguito da molte persone, molti adepti e molti allievi, centinaia di persone, forse migliaia; perché alle menti e alle anime sperdute, serve proprio un luccicante rituale fatto di paiette, perline, piume e abiti esotici. Non certo la nudità, al massimo vestita di aria pura e luce del sole. Non certo l’essenza. Non certo il silenzio. Non certo il nucleo. Anche se come disse un vero mistico: “solo quell’oscuro intervallo è l’amore”. (Articolo di Davide Quaranta – puoi condividerlo o diffonderlo citando la fonte).
I principi fondamentali di un massaggio o di un trattamento naturale sono semplici come la natura:
1. In generale per tutti i tipi di massaggio: Il rispetto della naturale relazione maschio-femmina / femmina-maschio (quindi, nella norma, un massaggiatore opera su donne ed una massaggiatrice su uomini). Questo perché quando si tratta un corpo questo non è mai un’entità asessuata; anzi il corpo è proprio l'espressione fisica del principio sessuale maschile o femminile in esso presente, anche dal punto di vista energetico e spirituale; dato che non massaggiamo solo carne, ma anche l’anima e la psiche, è chiaro che trattiamo un’entità sessuale. Slegare il corpo, la psiche e lo spirito è ovviamente un operazione commerciale che nulla ha a che fare con il benessere e la salute della persona che stiamo trattando. Rende il massaggio monco e con un’efficacia inferiore alle potenzialità di un vero massaggio. Mortifica la persona, che è, sia nella psiche che nel corpo, proprio un genere. Un massaggio tra le giuste polarità maschile-femminile produce un’esperienza che aiuta la donna a recuperare le caratteristiche proprie della femminilità, come l’accoglienza, l’amore, l’apertura e la sensualità e a fare esperienza del principio maschile quando si esprime in una forza che è fluida, dolce, rispettosa, ferma e intensa; e l’uomo a vivere l’esperienza di ricevere il contatto di una donna in una condizione di rilassatezza, di serenità, di naturalezza e di spontaneità.
2. Se per tutti i massaggi tradizionali la vestizione degli operatori è uno standard sotto inteso, nello specifico, per i massaggi praticati nella presenza del Tantra o nei massaggi erotici, la nudità totale integrale di entrambi, ricevente (persona ricettiva) e operatore (persona attiva), è il valore aggiunto. La nudità integrale di entrambe riporta il massaggio a quello che è realmente, quando non è deviato ed epurato: un tipo di relazione tra due persone. Dove non c’è un “medico” e un “paziente” o un “professionista” e un “cliente”, ma solo due persone, due esseri umani, in una condizione paritetica, dove una dona all’altro e viceversa. Chi ha più conoscenza svolge la funzione attiva e chi ne ha meno quella ricettiva; ma in una situazione di scambio energetico e sensoriale che fa di ogni massaggio in nudità totale un momento di crescita personale per entrambi i partecipanti. L’assenza di abiti da parte di chi massaggia, è inoltre, un segno vero di rispetto verso chi riceve, che solitamente si ritrova nudo di fronte ad una massaggiatrice o ad un massaggiatore in divisa, che pone gerarchie e barriere, quasi a lanciare un messaggio intimidatorio. Infine se la temperatura del luogo è sufficiente per far stare nudo chi riceve figuriamoci per chi si muove per un’ora facendo il massaggio. In una società dove quasi tutto è fatto al contrario di come bisognerebbe, abbiamo fatto una scelta allineata alla natura, adatta a quelle persone che la condividono o vogliono sperimentarla. Siamo gli unici in Italia a concepire il massaggio così com’è: naturale.
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